“Come cambierà il regime idrico nei prossimi 30 anni in base agli scenari climatici? Ci saranno riduzioni o aumenti della portata?”
Queste domande possono apparire speculative e senza alcun utilizzo pratico. La questione è invece cruciale, in particolare per i professionisti che hanno bisogno di progettare nuovi impianti o rinnovare quelli esistenti.
È probabile che l’aumento della temperatura innalzi il limite della neve e anticipi il momento dello scioglimento. Allo stesso tempo, l’evapotraspirazione dovrebbe aumentare in estate, con conseguente minore disponibilità di acqua.
Tuttavia, questi driver hanno effetti non lineari e devono essere analizzati a fondo tenendo conto della configurazione locale dell’impianto, delle dimensioni del bacino e degli scenari climatici.
I metodi attuali utilizzano generalmente un approccio statistico, basato esclusivamente su dati storici, per derivare la curva di durata dello scarico dell’acqua e la probabilità di eventi estremi.
Tuttavia, il riscaldamento globale ha cambiato i regimi idrici nella maggior parte dei fiumi e dei corsi d’acqua, rendendo obsoleti i dati storici e lasciando molte incertezze rispetto ai futuri modelli di precipitazione e alla persistenza della neve. I risultati sono:
Waterjade ha sviluppato modelli sofisticati che includono modelli idrologici basati sulla fisica ed algoritmi di apprendimento automatico, in grado di ridimensionare i risultati dei modelli meteorologici globali in base alla morfologia locale e al clima storico.
In questo modo è possibile tenere conto dei percorsi di concentrazione rappresentativa (RCP) della concentrazione di CO2 nei calcoli, fornendo, con un approccio probabilistico, i possibili scenari idrici nel bacino di destinazione.