Si tratta di una domanda molto attuale, che molti professionisti si pongono quando hanno bisogno di progettare un nuovo impianto o semplicemente rinnovarne uno esistente.
La risposta a questa domanda, tuttavia, deve essere ricercata con la consapevolezza della situazione climatica attuale (e in evoluzione).
Il riscaldamento globale sta cambiando i regimi idrici della maggior parte dei corsi d’acqua, rendendo obsoleti i dati storici e lasciando molte incertezze rispetto ai futuri modelli di precipitazione e alla persistenza della neve.
Un semplice approccio deterministico potrebbe non essere la scelta migliore. È necessario tenere conto dei possibili scenari climatici secondo le future emissioni di CO2. Questo infatti determinerà i possibili aumenti di temperatura attesi e le conseguenze sul ciclo dell’acqua: ovvero sul manto nevoso, sull’ablazione dei ghiacciai e sull’intensità delle precipitazioni.
Waterjade ha sviluppato sofisticati modelli fisici e algoritmi di apprendimento automatico, in grado di effettuare operazioni di downscaling di modelli meteorologici globali, tenendo conto della morfologia locale e del clima storico.
In questo modo è possibile tenere conto della concentrazione di CO2 fornendo, con un approccio probabilistico, i possibili scenari idrici nel bacino di destinazione.